Harness Valutata 5,5 Miliardi di Dollari: l’IA che Automatizza la Delivery del Software

Harness Valutata 5,5 Miliardi di Dollari: l'IA che Automatizza la Delivery del Software

La scommessa da 5,5 miliardi di dollari di Harness non è sull’hype, ma sulla necessità impellente delle aziende di gestire l’abbondanza di codice generato dall’IA e accelerare la delivery.

C’è un paradosso fondamentale che sta definendo la fine del 2025 nel mondo dello sviluppo software. Da una parte abbiamo assistenti di intelligenza artificiale generativa che scrivono codice alla velocità della luce — un compito che prima richiedeva ore, ora si risolve in secondi.

Dall’altra, abbiamo il collo di bottiglia della realtà: quel codice, una volta scritto, deve essere testato, messo in sicurezza, approvato e rilasciato su server reali. È come avere una Ferrari nel motore ma le ruote di un carro ottocentesco per scaricare la potenza a terra.

Ed è esattamente in questo divario, in questa “terra di nessuno” tra la scrittura del codice e il suo utilizzo effettivo da parte degli utenti, che si gioca la partita miliardaria di oggi. Harness, la piattaforma che ha promesso di automatizzare “tutto ciò che accade dopo il codice”, ha appena chiuso un round di finanziamento che valuta l’azienda 5,5 miliardi di dollari, segnando un punto di svolta non solo per le casse della società, ma per l’intera filosofia DevOps.

Non stiamo parlando di un’altra app virale per generare immagini, ma delle tubature invisibili e cruciali che tengono in piedi l’infrastruttura digitale delle più grandi banche e compagnie aeree del mondo.

La cifra fa rumore, soprattutto in un mercato che negli ultimi due anni ha punito severamente le valutazioni gonfiate. Ma qui la scommessa è diversa: non si punta sull’hype, si punta sulla disperazione delle grandi aziende che affogano nel codice generato dall’IA e non riescono a smaltirlo.

Non solo codice: la fabbrica automatizzata

Per capire perché Goldman Sachs, JPMorgan e Citigroup stiano mettendo soldi pesanti su Harness, bisogna guardare a come è cambiato il lavoro dello sviluppatore. Fino a tre anni fa, il problema era scrivere il software. Oggi, grazie ai Copilot di turno, il codice è diventato una commodity abbondante e a basso costo. Il vero dolore si è spostato sulla delivery, ovvero la consegna.

Immaginate una fabbrica dove i robot assemblano pezzi a velocità supersonica, ma alla fine della linea c’è un umano che deve controllare ogni vite a mano, firmare un foglio e spingere il prodotto fuori dalla porta.

Harness vuole sostituire quell’umano con un sistema di agenti IA intelligenti.

Jyoti Bansal, CEO e co-fondatore di Harness, non è nuovo a queste dinamiche. La sua visione è chiara: l’IA non deve solo suggerire righe di Python o Java, ma deve avere l’autonomia per prendere quel codice, capire se è sicuro, vedere quanto costerà farlo girare nel cloud e premere il bottone “pubblica” se tutti i parametri sono verdi.

Questo investimento è una forte conferma della visione di Harness di cambiare radicalmente il modo in cui il software viene distribuito, utilizzando l’IA per automatizzare e semplificare l’intero ciclo di vita, dal codice alla produzione.

— Jyoti Bansal, Co‑fondatore e CEO di Harness

L’approccio di Harness si basa su quello che chiamano “Software Delivery Knowledge Graph”. In parole povere, l’IA non lavora alla cieca: ha una mappa completa di come le diverse parti del software sono collegate tra loro. Se un aggiornamento tocca il database dei pagamenti, l’agente IA “sa” che deve eseguire test di sicurezza più severi rispetto a un aggiornamento che cambia solo il colore di un bottone. Questa consapevolezza contestuale è ciò che separa un giocattolo tech da uno strumento enterprise.

L’impatto pratico è brutale in termini di efficienza. Clienti come United Airlines e National Australia Bank riportano un’accelerazione del 75% nei tempi di rilascio. In un mondo dove un bug può bloccare migliaia di passeggeri a terra o fermare transazioni bancarie, la velocità non è nulla senza il controllo.

E qui entra in gioco la credibilità del fondatore. Gli investitori sanno che Bansal non sta improvvisando: ricordano bene il successo precedente del fondatore Jyoti Bansal con la vendita di AppDynamics a Cisco, un’operazione da 3,7 miliardi che ha dimostrato la sua capacità di costruire infrastrutture critiche che funzionano davvero.

Il sigillo dei giganti della finanza

Ciò che rende questa notizia del 11 dicembre 2025 particolarmente interessante non è solo la tecnologia, ma chi la sta comprando. Quando banche come JPMorgan e Citigroup appaiono non solo come investitori ma anche come clienti e utilizzatori della piattaforma, il segnale al mercato è fortissimo.

Il settore finanziario è notoriamente paranoico (giustamente) riguardo alla sicurezza e alla conformità. Non possono permettersi che un’IA “allucini” durante il processo di approvazione di un aggiornamento dell’app di home banking.

Il fatto che queste istituzioni stiano integrando Harness nei loro flussi di lavoro suggerisce che abbiamo superato la fase sperimentale. L’automazione della delivery non è più vista come un rischio, ma come l’unico modo per mantenere la conformità in un ambiente che si muove troppo velocemente per i controlli manuali. Se un umano impiega tre giorni per verificare le checklist di sicurezza per ogni rilascio e l’IA ne produce dieci al giorno, il sistema collassa.

Harness offre la promessa di una governance automatizzata: l’IA controlla l’IA.

Tuttavia, c’è un aspetto critico che va analizzato. Affidare l’intero processo di rilascio a un sistema automatizzato richiede una fiducia cieca negli algoritmi. Harness ha cercato di blindare questo aspetto attraverso l’integrazione delle funzionalità di sicurezza tramite la fusione con Traceable, unendo di fatto lo sviluppo (DevOps) alla sicurezza (SecOps). L’idea è che la sicurezza non sia più un cancello alla fine del percorso, ma un guardrail continuo.

Un analista di una grande banca d’investimento americana ha riassunto perfettamente il sentiment di Wall Street:

La valutazione premium per Harness riflette come gli investitori siano sempre più disposti a pagare cifre elevate per piattaforme software aziendali native per l’IA che possono mostrare una forte crescita e chiari percorsi di monetizzazione.

— Analista di ricerca azionaria, Importante banca d’investimento USA

Quando l’ia prende il volante (e i rischi connessi)

Non possiamo però ignorare le implicazioni a lungo termine di questa “industrializzazione” del software. Se Harness mantiene la promessa di automatizzare tutto ciò che accade dopo la scrittura del codice, il ruolo dell’ingegnere DevOps cambierà drasticamente. Da operatore che scrive script di configurazione e gestisce server, diventerà un supervisore di agenti autonomi.

C’è un rischio intrinseco di “black box”. Se l’IA decide di fare un rollback (tornare alla versione precedente) perché ha rilevato un’anomalia nei dati di telemetria, l’umano sarà in grado di capire perché lo ha fatto in tempo reale?

O ci troveremo a dover fare il debug delle decisioni dell’IA mentre il sistema è giù? La trasparenza decisionale di questi agenti (AIDA, l’assistente di Harness, in primis) sarà il vero campo di battaglia per la fiducia nei prossimi anni.

Inoltre, la concentrazione di così tanto potere operativo in un’unica piattaforma crea un single point of failure. Se Harness dovesse avere un problema sistemico, l’impatto a cascata su migliaia di aziende globali — dalle banche alle compagnie aeree — sarebbe immediato. È il prezzo da pagare per l’efficienza, ma è un prezzo che va calcolato attentamente.

L’ottimismo è d’obbligo, perché l’alternativa è la stagnazione tecnologica. Ma mentre celebriamo i 5,5 miliardi di valutazione e l’efficienza ritrovata, dobbiamo chiederci:

Stiamo costruendo un pilota automatico che sappiamo ancora disinserire in caso di emergenza, o stiamo lentamente dimenticando come si guida?

Autore

Marco Rossi

Giornalista tech con 10 anni di esperienza nel settore. Appassionato di innovazione e early adopter incallito. Ama raccontare come la tecnologia cambia la vita quotidiana delle persone.

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